Nella chiesa di Santa Maria della spina a Pisa

23/04/2009, by admin, in Senza categoria, 0 comments

1918824_1327437265052_3019560_nNella chiesa di Santa Maria della Spina nel gennaio 2009 vengono presentate due performance: Cattedrali e In dulci Jubilo.

 

dal Blog di Renzia d’Incà

Federica Ricotti o del vedere al buio.
Federica Ricotti è un’artista dal segno inconfondibile.
Avevo intercettato con lo sguardo, giusto tre anni fa, a casa dell’amica Concetta, appesa ad una parete della bellissima casa in via Fucini, nel cuore storico di Pisa, una sua creazione. Ricordo, oh come mi ricordo, dentro 18636_1335885796260_7072485_nuna piccola cornice, l’impressione di una trama sottile, bianco su bianco. Non capivo se fosse una tessitura cromatica da pennello oppure un lavoro di ricamo tessile. Tuttavia ricordo che mi colpì molto quel “quadro” alla parete, posto alle mie
spalle. Per la grazia rarefatta, forse, che mi restituiva insieme, qualcosa di perturbante, femminile ma anche misterioso, in qualche modo mistico.E’ così che chiesi di lei, o meglio dell’opera-fa molta differenza?-alla mia ospite. Qualche tempo dopo (in realtà ricordo molto bene il periodo, le ragioni sono molto private, la tarda primavera quasi l’estate 2007) alla libreria Einaudi in via Guelfa, nello spazio-mostre, la conobbi.
Presentava alcune sue creazioni sia in scultura – ammesso che c’entri la scultura come genere in un’artista che lavora la carta- che in ri-quadri su parete. Materiali leggerissimi, i suoi
Impalpabili. Come le parole. Come le note musicali. Strutture eteree. Allucinatorie. Coni, parallelepipedi, fioriture in verticale sostenute da strutture di teste corpi animali mostruosità medieviste – cattedrali barocche- attraversate da luci. Oggetti di scena? Forse. Il pensiero razionale, il mio mondo, 1918824_1327458745589_1691752_n-1attraverso le suggestioni oniriche della Ricotti mi portava infatti al teatro, agli spazi paralleli di un altro modo-mondo, possibile. Alla mostra è seguita una cena. Ricordo, seduta alla mia estrema sinistra, una bellissima ma soprattutto magnetica Benedetta Barzini, top model -musa di Andy Warhol.
Nera, in abito morbido Io la spiavo. Io stavo malissimo. In questi giorni natalizi Federica Ricotti è nei fine settimana- sabato e domenica e fino al 3 gennaio, dalle ore 17.30 alle 19 alla Chiesa della Spina, sul Lungarno (vicino a Palazzo Blu dove è in corso la mostra di Chagall). La chiesa della Spina è un gioiello d’arte gotica. E’ scura, buia. Non fateci caso, se passate di là magari in auto e piove, se vi sembra non accada niente. E’ dal buio che nasce la luce.
Fermatevi, entrate.
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Dentro la Spina accade un piccolo evento.
Federica dà luce al buio, attraverso le sue sculture -creature.
Una installazione di potente quanto minimalistica energia, cosmica.
Essenziale, disadorna. Raffinatissima.

Sono oggetti scenici che creano – ricreando, mondi.
Cupole, cattedrali, ominidi in cerchio al centro che girano girano girano nel dilemma VITA- MORTE- TERRA- CIELO.
Guglie come braccia levate in alto- vi ho trovato un richiamo a Gaudì e alla sua cattedrale a Barcellona, quella mai finita, ma forse anche alla nostra Città del Vaticano o il Bernini della Chiesa del Gesù o Piazza di Spagna, appunto.
Non a caso, credo, l’artista si fa regista-performer facendo parlare le sue creature.

A cui dà luce, illuminandole dal proprio corpo interno- sculture spente che parlano se qualcuno dà a loro voce , copione- e colonna sonora.
Dal Dies Irae di Mozart al valzer finale di Sciostakovic.
Poesia come emozione, cenestesica, allo stato puro.

Renzia D’incà

 

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