IL FAMOSO TRIANGOLO DI KANDINSKJI (da “Lo Spirituale nell’arte”)

11/02/2001, by admin, in Senza categoria, 0 comments

[…]La vita spirituale è rappresentata schematicamente in modo corretto da un grande triangolo acuto diviso in sezioni orizzontali disuguali, con la più piccola e più aguzza rivolta verso l’alto. Quanto più si scende verso il basso, tanto più grandi, larghe, ampie e alte diventano le sezioni del triangolo.
L’intero triangolo si muove lentamente, in modo appena percettibile, in avanti e verso l’alto e dove “oggi” si trova il vertice estremo, “domani”[1] sarà la prossima sezione; in altri termini, ciò che oggi riesce comprensibile solo al vertice, ciò che per le parti restanti del triangolo è un vaniloquio incomprensibile, sarà domani il contenuto, ricco di significato e di sensibilità, della vita della seconda sezione.
Alla punta del vertice estremo si trova talvolta soltanto un uomo. La sua gioiosa visione fa tutt’uno con la smisurata tristezza interiore, e neppure coloro che gli sono più vicini sono in grado di comprenderlo. Indispettiti, lo bollano come truffatore o candidato al manicomio. Così, ad esempio, ai suoi tempi rimase solo sulla vetta, oggetto di scherno, Beethoven.[2]
Quanti anni dovettero passare prima che una sezione abbastanza grande del triangolo si spostasse al punto dov’egli fu un tempo solitario! E nonostante tutti i monumenti eretti in suo onore, sono veramente molti coloro che si sono innalzati fino a quel punto?[3]
In tutte le sezioni del triangolo si possono trovare artisti. Ognuno di coloro che sono in grado di sbirciare al di là dei limiti della propria sezione è un profeta per quanti lo circondano e contribuisce al movimento del carro, che resiste in virtù della propria inerzia. Chi non possiede invece uno sguardo così acuto, e per basse ragioni o inseguendo scopi meschini ne fa cattivo uso o addirittura chiude gli occhi per non vedere, viene del tutto compreso dai suoi compagni di sezione, che gli rendono grandi onori. Quanto più grande è questa sezione (ossia, al tempo stesso, quanto più in basso si trova) tanto maggiore è il numero di coloro cui il discorso dell’artista è comprensibile.