Federica Ricotti: scultura, luce e spiritualità che si fondono insieme.

06/03/2016, by admin, in Senza categoria, 0 comments

12065884_992981954106412_8526367189782210620_nArtista della Paper Art, Federica Ricotti, utilizza la “polpa di carta” per creare sculture in cui luce e musica sono parte integrante dell’opera. Realizza performance e mostre principalmente in Italia, Svizzera e Brasile. Nel 2005 ha vinto il premio speciale “Extérieur ” e nel 2011 il Primo Premio alla triennale Internazione Du Papier del museo Svizzero di Val de Charmey.

Federica ha studiato Communication Art alla Concordia University di Montreal in Canada e in seguito si è specializzata come Tecnico Pubblicitario all’Istituto Europeo del Design di Roma. I primi anni della sua carriera li ha trascorsi a Milano, nel mondo della pubblicità, lavorando come copywriter. Negli anni ottanta crea e pubblica la serie a fumetti Lupaski. Continua la sua vita lavorativa immersa nello scrivere testi pubblicitari fino a quando non si rende conto che la sua attenzione è catturata più dal visivo e dal materico che non dalle parole. Sente l’urgenza di creare un qualcosa. Ed è in questo modo che si avvicina alla scultura. In un primo momento lavora con resine di poliestere per poi arrivare ad un materiale più naturale, più puro come la carta.

LE SUE SCULTURE IN CARTA SONO SEMPRE SUPPORTATE DA LUCI che, a seconda di come si accendono e spengono, creano una prospettiva diversa dell’opera. Le piace fare tutto da sola, per questo ha studiato illuminotecnica, ed è perfettamente autonoma nel comporre ogni sua installazione, sia la parte più creativa fatta di carta e altri collanti che la parte più tecnica delle luci. Ma il suo “creare” non si limita a questo. Le istallazioni diventano performances accompagnante da vari tipi di musica. La musica è parte integrante di ogni sua esperienza. Federica ha una vasta conoscenza musicale e spazia da Mozart a musica zen, scandendo il ritmo di ogni suo evento. L’intento di Federica è quello di comunicare, di arrivare al mondo interiore delle persone. E le riesce benissimo. Assistendo alle sue performances si è catturati da un’atmosfera magica e spirituale creata dalle sculture stesse, dalle luci e dalla musica. Uno scenario davvero suggestivo che arriva alla parte più intima dello spettatore.18636_1335885836261_7783179_n

IL SENSO DEL SACRO SI PERCEPISCE IN OGNI SUA INSTALLAZIONE. Ma non sacro in quanto legato ad una religione piuttosto che ad un’altra ma alla consapevolezza di far parte di un qualcosa di magico. Dalle opere di Federica si intravede una particolare attenzione verso i bassorilievi e le cattedrali tipiche del periodo medioevale. Non c’è un interesse verso questo periodo storico ma più che altro verso la produzione artistica. Per questo motivo le sue rappresentazioni acquistano maggior significato all’interno di luoghi sacri, dove l’ambiente circostante diventa parte integrante dell’opera, tanto da dare l’impressione che l’opera appartenga a quel luogo. Ogni performance si svolge a porte chiuse, per non turbare l’incanto, di percezioni ed emozioni in sequenza, come un viaggio con un arrivo in un luogo preciso, ogni volta diverso a seconda del tema trattato (la durata media è di quindici minuti circa). Gli spettatori non sono mai più di 12 per creare l’intimità necessaria a stabilire un reale contatto con l’opera e con il luogo.

2_b-1NON PRENDE ISPIRAZIONE DA NESSUN ARTISTA IN PARTICOLARE, ma ama gli artisti autentici come Kandinskij, che nella sua produzione artistica mira a stabilire un collegamento stretto tra opera d’arte e dimensione spirituale creando una effetto fisico basato su sensazioni momentanee e personali. Lo spettatore di fronte alle opere di Federica affronta un viaggio sensoriale ed emotivo in cui può ritrovare contenuti personali. La sua ricerca quindi spazia in modo approfondito sia nel campo artistico-musicale che nel campo simbolico. Come ogni artista è legata ad ogni sua scultura e ognuna le ricorda un periodo particolare della sua vita. Una performace sicuramente da citare è “Cattedrali”, in cui dieci sculture di carta prendono vita grazie a luci, ombre e musica. Tema di questa performance è la verticalità, la tensione interiore verso l’alto. Lo spettatore è portato ad alzare lo sguardo e ad immergersi in un suggestivo viaggio nel sacro. Mozart, un flauto indiano e Shostakovich, concertano insieme alle luci, supportando l’entrata trionfale delle opere. La sua performance è suggestiva e potente, specchio di un’artista fuori dagli schemi che propone un’esperienza che riflette il profondo della sua anima. Sculture e musica si fondono in un quarto d’ora che lascia addosso la voglia di tornare, di averne ancora. Altra performace di particolare rilievo è “La città sacra”. Lo spettatore si trova di fronte a un’opera ispirata alla tradizione mistica della kabbalah e all’albero della vita che rappresenta il mondo interiore. Non meno interessante è la “Bestia illuminata”, una performance sulla trasformazione. È il viaggio di ognuno di noi che scopre, affronta e vince la sua parte oscura.
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DOPO AVER GIRATO IL MONDO HA SCELTO DI STABILIRSI CON UNO STUDIO-LABORATORIO A CARRARA, la città del marmo ai piedi delle Apuane e a due passi dal mare, ritenendola il luogo giusto, con la giusta atmosfera per creare. Incantata da Carrara, la definisce “un luogo nobile”, dove si crea arte vera. Piena di laboratori di scultura è una città nelle cui strade hanno passeggiato Michelangelo e Bernini, dove il marmo è ovunque, e dove le persone guardano gli artisti con un rispetto particolare. “C’è in ogni innalzarsi un senso di conquista e di raggiungimento anche se si tratta soltanto di salire una scala.” è la frase che si scorge sopra la porta lasciando il suo studio-laboratorio. Una frase che racchiude tutta l’essenza della sua arte.

 

Martina Giusti

Perini’s Journal